Flavio Oreglio
Flavio Oreglio, Non è stato facile cadere così in basso (saggio), Bompiani
Loquace il sottotitolo del brillante saggio dell’attore-cantante-scrittore: « Da solo non sarei mai potuto diventare così ignorante. Per fortuna la scuola mi ha dato una mano. ». Sulla falsariga del noto saggio di Jean-Paul Brighelli ((Jean-Paul Brighelli – dal liceo all’università – conosce bene il mondo dell’ educazione nazionale francese ed ha lavorato a lungo nel ramo editoriale che si occupa di manuali scolastici e parascolastici. Il libro citato è apparso in edizione Folio documents no 35, Gallimard, Parigi, 2005)) La fabrique du crétin e di altri studi sullo scottante argomento “scuola” e del suo ruolo nella società, Oreglio fa il punto sull’attuale situazione del sistema scolastico italiano (ma è poi così diverso dal nostro ?).
Schiere di aitanti giovanotti e seducenti fanciulle, attratti da ben altri interessi (sport, cinema, divertimenti, blogs, televisione, Internet, realtà virtuali, moda/e, vacanze, riviste people, attività collaterali sempre assai numerose) popolano a malavoglia i logori banchi dell’Istituzione, dove altrettanto logori (assai spesso loro malgrado) insegnanti formano…. che cosa ? Secondo l’ideologia imperante i nuovi ignoranti, quei bravi soldatini, quegli ubbidienti yes-men che dovranno adattarsi presto al « sistema » imperante e voluto da chi regge le redini del “gioco”.
Ma è veramente questo il ruolo della scuola ? Noi non abbiamo dubbi sulla risposta. Oreglio nemmeno: NO ! Restano – fortunatamente – alcuni (pare pochi) insegnanti eccellenti che urlano nel deserto come tanti San Giovanni Battisti ((se l’allusione evangelica non vi dice nulle, date una ripassata ai classici !)) e tentano di plasmare lo spirito critico dei futuri cittadini, di renderli i nuovi « protagonisti consapevoli » della società di domani e i veri artefici responsabili e coscienti del nuovo mondo.
Certo che la lotta è impari e irta di quasi insormontabili difficoltà in un universo giovanile invaso dal disimpegno imperante, dominato da mamma televisione che sforna quotidianamente squallidi modelli (ci brucia la penna in mano a chiamare “modelli” proprio quelli !), dalla dorata e scintillante pubblicità che mostra mondi patinati la cui sola verità è che sono… cartacei, in un mondo dove il sogno di ogni giovane è di diventare il più velocemente possibile un Vip…
C’è ancora speranza di cambiamento ? Noi crediamo fermamente di sì. E in tale direzione continueremo a muoverci. Finché potremo. Coraggio insegnanti